GIRO DI MONTE PENDOLO
trekking semi-urbano:
descrizione
L'itinerario parte da Gragnano, Piazza Marconi (nota ai più come Piazza San Leone).
Voltando le spalle all'arco-canale che conduce nella discesa alberata di Via Marianna Spagnuolo, si prende a destra la strada (Via Nuova San Leone) che passa, grazie a un arco, sotto un bel palazzo di colore giallo. Quasi subito, superato un cancello e in prossimità del condominio "Palazzo San Leone", si prende una gradinata in cemento che si rivela una via stretta e a fondo lastricato (vicolo Brandi). Tornati sull'asfalto, proseguiamo dritti e quindi a destra in leggera salita, fino ad incrociare perpendicolarmente Via San Giuseppe che seguiamo a destra.
Superata a sinistra una serie di bei palazzi in più o meno buone condizioni, tra cui l'antico monte dei maritaggi (targa parzialmente coperta da impalcature, Luglio 2014), si raggiunge una strettoia (su un muro di una casa sulla destra è ancora possibile leggere, sebbene molto sbiadito, uno slogan risalente all'epoca fascista).
Ben presto la strada si allarga (fontana) per poi passare sotto l'arco formato dall'edificio della bella Villa della Rocca. Si prosegue in salita, tralasciando a destra la gradinata di Via Lo Grado e, osservando, quando la sequenza di case lascia abbastanza spazio alla vista, la sottostante valle dei Mulini.
Ben presto si giunge in piazza a Caprile (fontana) con la bianca chiesa di San Ciro e di qui si prosegue
in direzione di Aurano.
NOTA: Da questo punto, è possibile seguire una variante, così come desccirtto nell'itinerario 4 fino agli ultimi archi dell'acquedotto. Di qui si raggiunge l'itinerario 3 che quindi si segue a ritroso fino alla chiesa di Sant'Agnello ad Aurano dove ritroviamo il percorso. Tale variante sebbene molto valida, è tuttavia consigliata solo a camminatori instancabili in quanto allunga di circa 3 km la lunghezza e aumenta altresì il dislivello totale (si tenga conto che ci sono ancora più di 20 km da percorrere).
Superato il ponte che unisce le due frazioni e che scavalca la parte terminale della valle del Botto dell'acqua, si ignora la scorciatoia che sale a sinistra e si prosegue su strada asfaltata per osservare il bel panorama (1, 2, 3, 4) e l'altrettanto bell'edificio noto come "I Massi", con annessa torre, ma in parte in rovina.
In vista della moderna chiesa di Sant'Agnello, la raggiungiamo con una breve salita sulla sinistra (segno in vernice di inizio sentiero CAI al bivio). Si segue la stretta strada che conduce in leggera salita a un nuovo bivio (fontana) dove ignoriamo la strada in decisa salita a sinistra e proseguiamo dritti per strada ancora più stretta di quella da cui proveniamo.
Raggiunto uno spiazzo (fontana) proseguiamo verso sinistra in leggera discesa fino a superare il ponte che unisce le frazioni di Aurano e Castello e che scavalca la parte terminale del Vallone di Castello. Effettuato il tornante in salita si svolta a destra per un passaggio pedonale che, costeggiando in parte antiche mura, entra nel borgo di Castello.
Si prosegue per le strette stradine fino a che non perveniamo ad uno slargo (fontana) dove è possibile ossevare la parte meglio conservata delle strutture difensive del Castello di Gragnano: la porta d'accesso al borgo.
La superiamo e presto giungiamo nella piazzetta (fontana) dove al sommo di una scalinata sorge la bella chiesa di Santa Maria Assunta di Castello di impianto romanico ma in parte alterata.
Per la descrizione della chiesa cliccare qui.
Si prosegue prendendo la strada in discesa che fiancheggia a destra la chiesa, giunti ad un bivio proseguiamo a destra su strada che si presenta a fondo lastricato. Ci si mantiene su questa strada che successivamente dopo un altro bivio diventa a fondo prima cementizio e poi sterrato. Si ignorano i vari bivi che si incontrano (fare solo attenzione ad un bivio successivo ad una breve salita) dove la via giusta è quella di sinistra (seguendo quella di destra si arriverebbe quasi subito presso una casa).
Ormai in vista della soprastante chiesa di Pino, si supera un bruttissimo gruppo di case e, sorpassato un rigagnolo a destra, si prosegue su sterrata. Raggiunto un trivio dove la strada centrale è chiusa da un cancello, si prende il sentiero in leggera discesa a destra e la si segue per tutto il suo sviluppo ignorando le tracce che scendono verso destra.
Presso il ricongiungimento con un più ampio sentiero che salirebbe a sinistra per gradini di roccia (brutte frecce rosse in vernice sulle pietre), scendiamo a destra per gradini in parte di roccia e in parte artificiali fino a raggiungere quasi il fondo del fiume che attraversa la valle del Lavatoio presso un bel ponte. Siamo in territorio di Pimonte.
Grazie al ponte e ad altre strutture in legno costruite per il locale presepe vivente che si svolge a Natale in questa Valle, superiamo il fiume la cui portata è stagionale (in estate può anche essere del tutto asciutto). Risaliamo con gradini in cemento verso la soprastante strada carrabile che, raggiunta, si segue verso destra (fontana). Accompagnati da altre strutture del presepe, raggiungiamo presto un gruppo di case terminate le quali incontriamo a sinistra una stradina a fondo cementato (Via Gradoni Franche) che risaliamo in discreta salita.
La strada, passando sotto un curioso arco rampante raggiunge un primo spiazzo con bivio, si prosegue dritti fino ad arrivare presso una chiesa (attualmente, luglio 2014, in restauro). (fontana). si sale a sinistra verso Via San Sebastiano, ad un primo bivio si prosegue sulla strada principale che superato un primo incrocio, successivamente svolta verso sinistra e perviene con leggera discesa, ad un nuovo incrocio.
Si continua a scendere tenendosi sulla destra fino a raggiungere la Strada Statale per Agerola che, purtroppo per qualche minuto dovremo seguire. Si sale a sinistra, si supera il cimitero e presto si perviene nella piazza centrale di Pimonte (fontana).
Subito prima dell'edificio del Comune, prendiamo in discesa Via Pergola, si supera un primo incrocio e ad un secondo incrocio presso un cancello si svolta a sinistra in leggera discesa. Siamo ora su Via Fiume, ad un ennesimo incrocio prendiamo la strada che scende verso destra. Si supera un ponte in cemento e si prende il sentiero sterrato che prosegue dritto.
Il bel sentierino passa tra campi coltivati a destra e sinistra e supera successivamente un rigagnolo d'acqua presso il quale sono visibili resti del preesistente acquedotto che portava l'acqua dalle montagne sovrastanti Pimonte a Castellammare di Stabia (resti cospicui sono presso l'incrocio della strada statale con la frazione di Tralia e nei boschi di Quisisana e verranno forse illustrati in successivi itinerari).
Si prosegue in discesa sull'asfaltata e ripida Via Canti finché superate le ultime case la strada diviene a fondo cementizio. Qui si passa uno stretto ponte nei pressi del quale a sinistra è curioso notare la pietra ormai semisepolta che delimitava i confini tra i Comuni di Pimonte e Castellammare di Stabia (si riesce a leggere solo da un lato "Comune di", dall'altro "Città di".
Entrati dunque nel territorio di Castellamare di Stabia si raggiunge subito un bivio dove si tralascia la traccia a sinistra che in brevissimo tempo condurrebbe al piazzale di Monte Coppola e si scende a destra. La strada ben presto diventa a fondo sconnesso e, in parte, rivela l'antico fondo selciato e residui di gradini. Superata un'antica casa sulla destra (in corrispondenza sulla sinistra c'è una costruzione moderna adibita a deposito attrezzi) il sentiero si fa più stretto e non è più carrabile. Ancora affiorano resti dell'antica strada.
Presso una decisa svolta a destra, la strada diventa ora a fondo cementizio e conduce nei pressi di un gruppo di case dove comincia la strada asfaltata che seguiamo in discesa. Siamo giunti nella frazione Privati. Si prende la prima svolta a destra che si incontra dopo qualche centinaio di metri e che scende dopo una sorta di svolta ad U fino a raggiungere un'antica casa in parte rimodernata e un ponticello che si supera.
Siamo tornati in territorio di Gragnano, si segue lo stretto sentierino a sinistra che ben presto conduce ad una strada asfaltata (Via Vena della Fossa) che si segue in discesa.
N.B. in questo punto è possibile abbandonare l'itinerario e raggiungere, proseguendo la discesa, la moderna chiesa di Sant'Erasmo, sita al termine di Via Castellammare. Di qui con bus SITA, taxi urbano o a piedi si torna al punto di partenza..
Quasi subito, nei pressi di un grosso cancello, svoltiamo a sinistra in leggera salita. Sulla sinistra, si ammira ancora un bel panorama e, in basso quasi sotto di noi, si vede la decisa curva che la SS per Agerola compie per aggirare Gragnano. Si prosegue in leggeri saliscendi fino ad incrociare la predetta statale che attraversiamo con attenzione per andare ad intercettare quasi subito una stradina in leggera discesa (via Trivioncello) lungo la corsia opposta.
Si supera un incrocio poi un bel palazzo sulla destra e, ormai in vista del campanile della chiesa del Rosario, lo si punta, passando sotto l'arco che funge da basamento fino ad arrivare sul sagrato della chiesa dedicata a San Sebastiano e all'adiacente Confraternita del Santissimo Rosario,
Per la descrizione della chiesa cliccare qui.
Usciti dalla chiesa, si segue la strada asfaltata verso destra che costeggia a destra e sinistra palazzine sorte durante il boom dell'edilizia popolare. Giunti all'incrocio al termine della strada, la si attraversa e ci si dirige verso destra, Subito dopo una pizzeria sulla sinistra, si imbocca una stradina asfaltata in salita che per un tratto corre parallela alla strada principale (Via Bagnuoli).
La si segue dapprima in salita assecondandone le curve, poi in falsopiano mentre sulla sinistra si apre una vista panoramica su Gragnano, dove risaltano soprattutto gli alti e brutti palazzi. Si prosegue per lo più tra tranquille e appartate villette finché la strada comincia a scendere, fino a raggiungere alcuni gradoni in cemento che terminano nella stretta e trafficata Via Pasquale Nastro, nei pressi della cappella di Sant'Antonio da Padova attualmente (luglio 2014) nascosta dai ponteggi di un adiacente palazzo in costruzione.
Si prosegue a destra. Su un palazzo prima della decisa curva a sinistra una targa commemorativa racconta chi fosse il titolare del toponimo della strada. Si prosegue osservando qualche bel portone e qualche interessante palazzo (in particolare quello sopraelevato sulla destra).
Prima di un'altra decisa curva a sinistra su un palazzo alla nostra sinistra è possibile leggere un'altra sbiadita iscrizione risalente all'epoca fascista.
Curviamo a sinistra e raggiungiamo la vicina Piazza Aubry (per i Gragnanesi "la Conceria", toponimo legato alla manifattura di tessuti che anticamente era fiorente nel territorio) con la bella chiesa del Corpus Domini e l'adiacente campanile dalla ottagonale cella campanaria, Presso la base del campanile è possibile abbeverarsi alla fontana dell' "Asso di coppe" così chiamata per la somiglianza con la carta napoletana da gioco
Per la decrizione della chiesa cliccare qui
N.B. da questo punto è possibile abbandonare l'itinerario e raggiungere in pochi minuti su strada asfatata (Via Nuova San Leone) il punto di partenza. Alternativa più valida per raggingere Piazza Marconi è Via Vecchia San Leone, raggiungibile segendo la strada che scende a sinistra del campanile del Corpus Domini e imboccando il breve tunnel che si incontra quasi subito (la descrizione della strada è presente al termine dell'itinerario)
Usciti dalla chiesa si osservi il vuoto lasciato da un edifico abbattuto a seguito dei danni subiti durante il terremoto del 1980, ma si noti anche qualche bel palazzo nei dintorni (ad esempio quello di fronte all'Asso di Coppe con decorazioni a cariatidi) e una palazzina bassa di colore rosato lungo via San Sebastiano (la strada che sale a destra del Corpus Domini): è ciò che resta dell'edificio dell'istituto D'Amato delle figlie di Maria Ausiliatrice distrutto per far posto all'orribile palazzo Passarelli che con la sua mostruosa mole domina la piazza e per costruire il quale fu parimenti abbattuta una chiesa prospiciente Via Vecchia Sigliano e sconvolta la topografia originaria dei luoghi (all'incrocio con Via Pasquale Nastro esisteva una piccola piazzetta con una fontana, la cosiddetta "Fontana Vecchia" smontata con l'inzio dei lavori di costruzione del nuovo fabbricato e da allora misteriosamente scomparsa) . Sullo sfondo di Via San Sebastiano si intravede al sommo di una scalinata la Chiesa della Madonna del Carmine.
Superata la base del Palazzo Passarelli, si torna alla curva con Via Pasquale Nastro lasciata poc'anzi e si inizia a salire lungo Via Vecchia Sigliano. Anche qui, sulla destra è possibile notare un evidente vuoto dovuto ai danni del sisma del 1980. Su ciò che resta dell'edificio si nota un portone con belle decorazioni. La strada sale con qualche curva prima a fondo asfaltato e poi in sanpietrini. Si superano (luglio 2014) alcune transenne che impediscono il transito veicolare (probabilmente poste a seguito del crollo di un parapetto però già sostituito da uno più moderno in cemento).
Si supera la chiesa di San Bartolomeo mentre un bel panorama si apre su Gragnano e parte della provincia di Napoli, in breve si raggiunge la S.S. per Agerola e si segue la strada in leggera salita in direzione Pimonte - Agerola. Ancora bei panorami si aprono sulla sinistra e mostrano parte del percorso già fatto, mentre sulla destra si innalza con forti pendenze il Monte Pendolo.
Superato il ristorante pizzeria Miramonti, poco prima della decisa curva a destra nei pressi di una casa colorata di rosso si segue una stradina in discesa che rasenta la base di un bella casa di colore bianco (meglio visibile voltandosi indietro qualche minuto dopo averla superata). Si prosegue si buona stradina che presto diviene a fondo misto cementizio - sterrato. Superato un ponticello in cemento si inizia la breve risalita verso le già visibili possenti mura del convento di San Nicola dei Miri che rasentiamo poco più avanti.
Una breve svolta a destra e siamo davanti al piazzale della chiesa di San Nicola dei Miri dalla facciata incorniciata da due campanili e dell'annesso convento ormai in totale rovina. Si noti il bel portale del convento sovrastato da timpano triangolare. Chi volesse addentrarsi nell'edificio (attualmente, luglio 2014, accessibile) faccia bene attenzione: le strutture sono instabili, conviene semmai affacciarsi solo nel cortile immediatamente a destra dopo l'ingresso per osservare la struttura ormai cadente.
Per la descrizione della chiesa
Usciti dalla chiesa seguiamo la stradina con ringhiera che scende a sinistra della chiesa fino a raggiungere la sottostante strada (se si ha voglia di percorrere qualche decina di metri in discesa è possibile osservare un tabernacolo e una nicchia scavata nella parete). Si risale brevemente verso destra (sulla parete è possibile osservare una piccola nicchia nei pressi di una specie di ricovero).
Giunti all'incrocio (fontana) si scolta a sinistra, si passa presso una bella casa attualmente (luglio 2014) in ristrutturazione. Se ne superano i ponteggi e si risale a destra. La strada passa tra qualche bell'edificio (a destra casa bianca con bifora) e presto si restringe non per mettendo più il passaggio agli automezzi. Si incrocia una strada un po' più larga che si percorre verso sinistra. All'incrocio si prosegue dritto (guardando a sinistra proprio sull'incrocio bella vista della tenuta "i Massi" di Aurano).
La strada prende a scendere su fondo cementizio e alterna qualche gradino a tratti piani. Dopo aver superato un tratto con un muro di contenimento di più recente costruzione, una veloce discesa su gradoni in cemento (guardando a sinistra si notino i tornanti che salgono alla frazione di Castello) conduce sulla sottostante larga via, proprio di fronte ad un mulino (Mulino Giobatta di Nola).
Si prosegue verso destra per poche centinaia di metri per giungere presso la località sorgente della Forma (fontana) dove si può ammirare quel che resta di un altro mulino (Mulino Parmente) Il luogo è abbastanza deturpato per la presenza di illiminazione, inutili strutture in cemento e la immancabile Madonna nella ennesima grotta di Lourdes, con annesse panchine in metallo. Dopo aver bevuto, si riprende la stessa strada di provenienza, ma questa volta in discesa. Poco prima del mulino Giobatta Di Nola si ammira, sotto più recenti arcate, un tratto dell'antico acquedotto che portava l'acqua al suddetto mulino.
Si supera il mulino osservando, sempre sulla destra, un bel ponticello ad arco. Si risale brevemente la strada asfaltata e quando si incrocia la strada in sanpietrini la si segue in discesa verso sinistra. Accompagnati dalla pessima, inutile e dannosa all'equilibrio dell'ambiente illuminazione a led, oltretutto spesso accesa anche di giorno e in molti casi fastidiosamente intermittente si superano altri mulini, alcuni visibili altri meno poiché coperti dalla vegetazione (sono in tutto 12 i mulini superstiti, ma verranno più esaurientemente illustrati, insieme a tutta la valle, in un successivo itinerario).
Si segue la buona strada talvolta con vista su belle pareti e con qualche piacevole scorcio cercando di ignorare l'immondizia e gli scarichi che purtroppo ogni tanto si è cosrtretti ad incontrare. Nei pressi di quel che rimane di un grande acquedotto si possono osservare le soprastanti case di Caprile. Poco più avanti, sulla sinistra, uno dei mulini meglio conservati: il Mulino lo Monaco.
Ormai in vista del bianco campanile del Corpus Domini, si passa sotto l'alto ponte che conduce da Piazza Aubry alla S.S. per Agerola (ricostruito, il precedente fu fatto saltare dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale). Si Supera l'entrata del (bellissimo) presepe artistico a destra e invece di risalire verso la strada, si imbocca un breve tunnel. Superatolo si osserva in alto il grande edificio dell'ex pastificio Emidio Di Nola di recente ristrutturato. Sulla sinistra bello scorcio su Gragnano. Poco più avanti è la cappellina della Madonna delle Grazie con qualche residuo di affresco del XV secolo e pavimento maiolicato.
Si segue la strada in leggera salita (portone con bel cortile sulla sinistra) fino a che, trasormatasi in gradini, non passa sotto un soprastante edificio e, in rapida succcessione, sotto un pilone in cemento e un'altra struttura soprastante. Uno sguardo a un bell'edificio a sinistra prima di intraprendere l'ultima breve rampa di scale. Arrivati sulla strada asfaltata si gira a sinistra in leggera salita e,poco prima dell'arco che sovrasta la strada, svoltiamo a sinistra in Vicolo stretto Sant'Agostino.
Lo percorriamo tutto entrando nella Galleria Garofalo di recente costruzione (all'interno pizzeria, negozi, bar e supermercato) che percorriamo fino in fondo senza svoltare a destra. Usciti dalla galleria due portoni chiusi da cancello permettono di osservare il chiostro di Sant'Agostino da qualche anno restituito alla città (già casa mandamentale). Accanto al chiostro è inoltre possibile visitare la Chiesa di Sant'Agostino e la Chiesa di Santa Maria ad Nives (svoltato l'angolo dopo la chiesa, a sinistra).
Maggiori informazioni sulle chiese qui.
Terminata al visita alle due chiese, brevemente si raggiunge il punto di partenza, termine di itinerario.
(da completare)
Voltando le spalle all'arco-canale che conduce nella discesa alberata di Via Marianna Spagnuolo, si prende a destra la strada (Via Nuova San Leone) che passa, grazie a un arco, sotto un bel palazzo di colore giallo. Quasi subito, superato un cancello e in prossimità del condominio "Palazzo San Leone", si prende una gradinata in cemento che si rivela una via stretta e a fondo lastricato (vicolo Brandi). Tornati sull'asfalto, proseguiamo dritti e quindi a destra in leggera salita, fino ad incrociare perpendicolarmente Via San Giuseppe che seguiamo a destra.
Superata a sinistra una serie di bei palazzi in più o meno buone condizioni, tra cui l'antico monte dei maritaggi (targa parzialmente coperta da impalcature, Luglio 2014), si raggiunge una strettoia (su un muro di una casa sulla destra è ancora possibile leggere, sebbene molto sbiadito, uno slogan risalente all'epoca fascista).
Ben presto la strada si allarga (fontana) per poi passare sotto l'arco formato dall'edificio della bella Villa della Rocca. Si prosegue in salita, tralasciando a destra la gradinata di Via Lo Grado e, osservando, quando la sequenza di case lascia abbastanza spazio alla vista, la sottostante valle dei Mulini.
Ben presto si giunge in piazza a Caprile (fontana) con la bianca chiesa di San Ciro e di qui si prosegue
in direzione di Aurano.
NOTA: Da questo punto, è possibile seguire una variante, così come desccirtto nell'itinerario 4 fino agli ultimi archi dell'acquedotto. Di qui si raggiunge l'itinerario 3 che quindi si segue a ritroso fino alla chiesa di Sant'Agnello ad Aurano dove ritroviamo il percorso. Tale variante sebbene molto valida, è tuttavia consigliata solo a camminatori instancabili in quanto allunga di circa 3 km la lunghezza e aumenta altresì il dislivello totale (si tenga conto che ci sono ancora più di 20 km da percorrere).
Superato il ponte che unisce le due frazioni e che scavalca la parte terminale della valle del Botto dell'acqua, si ignora la scorciatoia che sale a sinistra e si prosegue su strada asfaltata per osservare il bel panorama (1, 2, 3, 4) e l'altrettanto bell'edificio noto come "I Massi", con annessa torre, ma in parte in rovina.
In vista della moderna chiesa di Sant'Agnello, la raggiungiamo con una breve salita sulla sinistra (segno in vernice di inizio sentiero CAI al bivio). Si segue la stretta strada che conduce in leggera salita a un nuovo bivio (fontana) dove ignoriamo la strada in decisa salita a sinistra e proseguiamo dritti per strada ancora più stretta di quella da cui proveniamo.
Raggiunto uno spiazzo (fontana) proseguiamo verso sinistra in leggera discesa fino a superare il ponte che unisce le frazioni di Aurano e Castello e che scavalca la parte terminale del Vallone di Castello. Effettuato il tornante in salita si svolta a destra per un passaggio pedonale che, costeggiando in parte antiche mura, entra nel borgo di Castello.
Si prosegue per le strette stradine fino a che non perveniamo ad uno slargo (fontana) dove è possibile ossevare la parte meglio conservata delle strutture difensive del Castello di Gragnano: la porta d'accesso al borgo.
La superiamo e presto giungiamo nella piazzetta (fontana) dove al sommo di una scalinata sorge la bella chiesa di Santa Maria Assunta di Castello di impianto romanico ma in parte alterata.
Per la descrizione della chiesa cliccare qui.
Si prosegue prendendo la strada in discesa che fiancheggia a destra la chiesa, giunti ad un bivio proseguiamo a destra su strada che si presenta a fondo lastricato. Ci si mantiene su questa strada che successivamente dopo un altro bivio diventa a fondo prima cementizio e poi sterrato. Si ignorano i vari bivi che si incontrano (fare solo attenzione ad un bivio successivo ad una breve salita) dove la via giusta è quella di sinistra (seguendo quella di destra si arriverebbe quasi subito presso una casa).
Ormai in vista della soprastante chiesa di Pino, si supera un bruttissimo gruppo di case e, sorpassato un rigagnolo a destra, si prosegue su sterrata. Raggiunto un trivio dove la strada centrale è chiusa da un cancello, si prende il sentiero in leggera discesa a destra e la si segue per tutto il suo sviluppo ignorando le tracce che scendono verso destra.
Presso il ricongiungimento con un più ampio sentiero che salirebbe a sinistra per gradini di roccia (brutte frecce rosse in vernice sulle pietre), scendiamo a destra per gradini in parte di roccia e in parte artificiali fino a raggiungere quasi il fondo del fiume che attraversa la valle del Lavatoio presso un bel ponte. Siamo in territorio di Pimonte.
Grazie al ponte e ad altre strutture in legno costruite per il locale presepe vivente che si svolge a Natale in questa Valle, superiamo il fiume la cui portata è stagionale (in estate può anche essere del tutto asciutto). Risaliamo con gradini in cemento verso la soprastante strada carrabile che, raggiunta, si segue verso destra (fontana). Accompagnati da altre strutture del presepe, raggiungiamo presto un gruppo di case terminate le quali incontriamo a sinistra una stradina a fondo cementato (Via Gradoni Franche) che risaliamo in discreta salita.
La strada, passando sotto un curioso arco rampante raggiunge un primo spiazzo con bivio, si prosegue dritti fino ad arrivare presso una chiesa (attualmente, luglio 2014, in restauro). (fontana). si sale a sinistra verso Via San Sebastiano, ad un primo bivio si prosegue sulla strada principale che superato un primo incrocio, successivamente svolta verso sinistra e perviene con leggera discesa, ad un nuovo incrocio.
Si continua a scendere tenendosi sulla destra fino a raggiungere la Strada Statale per Agerola che, purtroppo per qualche minuto dovremo seguire. Si sale a sinistra, si supera il cimitero e presto si perviene nella piazza centrale di Pimonte (fontana).
Subito prima dell'edificio del Comune, prendiamo in discesa Via Pergola, si supera un primo incrocio e ad un secondo incrocio presso un cancello si svolta a sinistra in leggera discesa. Siamo ora su Via Fiume, ad un ennesimo incrocio prendiamo la strada che scende verso destra. Si supera un ponte in cemento e si prende il sentiero sterrato che prosegue dritto.
Il bel sentierino passa tra campi coltivati a destra e sinistra e supera successivamente un rigagnolo d'acqua presso il quale sono visibili resti del preesistente acquedotto che portava l'acqua dalle montagne sovrastanti Pimonte a Castellammare di Stabia (resti cospicui sono presso l'incrocio della strada statale con la frazione di Tralia e nei boschi di Quisisana e verranno forse illustrati in successivi itinerari).
Si prosegue in discesa sull'asfaltata e ripida Via Canti finché superate le ultime case la strada diviene a fondo cementizio. Qui si passa uno stretto ponte nei pressi del quale a sinistra è curioso notare la pietra ormai semisepolta che delimitava i confini tra i Comuni di Pimonte e Castellammare di Stabia (si riesce a leggere solo da un lato "Comune di", dall'altro "Città di".
Entrati dunque nel territorio di Castellamare di Stabia si raggiunge subito un bivio dove si tralascia la traccia a sinistra che in brevissimo tempo condurrebbe al piazzale di Monte Coppola e si scende a destra. La strada ben presto diventa a fondo sconnesso e, in parte, rivela l'antico fondo selciato e residui di gradini. Superata un'antica casa sulla destra (in corrispondenza sulla sinistra c'è una costruzione moderna adibita a deposito attrezzi) il sentiero si fa più stretto e non è più carrabile. Ancora affiorano resti dell'antica strada.
Presso una decisa svolta a destra, la strada diventa ora a fondo cementizio e conduce nei pressi di un gruppo di case dove comincia la strada asfaltata che seguiamo in discesa. Siamo giunti nella frazione Privati. Si prende la prima svolta a destra che si incontra dopo qualche centinaio di metri e che scende dopo una sorta di svolta ad U fino a raggiungere un'antica casa in parte rimodernata e un ponticello che si supera.
Siamo tornati in territorio di Gragnano, si segue lo stretto sentierino a sinistra che ben presto conduce ad una strada asfaltata (Via Vena della Fossa) che si segue in discesa.
N.B. in questo punto è possibile abbandonare l'itinerario e raggiungere, proseguendo la discesa, la moderna chiesa di Sant'Erasmo, sita al termine di Via Castellammare. Di qui con bus SITA, taxi urbano o a piedi si torna al punto di partenza..
Quasi subito, nei pressi di un grosso cancello, svoltiamo a sinistra in leggera salita. Sulla sinistra, si ammira ancora un bel panorama e, in basso quasi sotto di noi, si vede la decisa curva che la SS per Agerola compie per aggirare Gragnano. Si prosegue in leggeri saliscendi fino ad incrociare la predetta statale che attraversiamo con attenzione per andare ad intercettare quasi subito una stradina in leggera discesa (via Trivioncello) lungo la corsia opposta.
Si supera un incrocio poi un bel palazzo sulla destra e, ormai in vista del campanile della chiesa del Rosario, lo si punta, passando sotto l'arco che funge da basamento fino ad arrivare sul sagrato della chiesa dedicata a San Sebastiano e all'adiacente Confraternita del Santissimo Rosario,
Per la descrizione della chiesa cliccare qui.
Usciti dalla chiesa, si segue la strada asfaltata verso destra che costeggia a destra e sinistra palazzine sorte durante il boom dell'edilizia popolare. Giunti all'incrocio al termine della strada, la si attraversa e ci si dirige verso destra, Subito dopo una pizzeria sulla sinistra, si imbocca una stradina asfaltata in salita che per un tratto corre parallela alla strada principale (Via Bagnuoli).
La si segue dapprima in salita assecondandone le curve, poi in falsopiano mentre sulla sinistra si apre una vista panoramica su Gragnano, dove risaltano soprattutto gli alti e brutti palazzi. Si prosegue per lo più tra tranquille e appartate villette finché la strada comincia a scendere, fino a raggiungere alcuni gradoni in cemento che terminano nella stretta e trafficata Via Pasquale Nastro, nei pressi della cappella di Sant'Antonio da Padova attualmente (luglio 2014) nascosta dai ponteggi di un adiacente palazzo in costruzione.
Si prosegue a destra. Su un palazzo prima della decisa curva a sinistra una targa commemorativa racconta chi fosse il titolare del toponimo della strada. Si prosegue osservando qualche bel portone e qualche interessante palazzo (in particolare quello sopraelevato sulla destra).
Prima di un'altra decisa curva a sinistra su un palazzo alla nostra sinistra è possibile leggere un'altra sbiadita iscrizione risalente all'epoca fascista.
Curviamo a sinistra e raggiungiamo la vicina Piazza Aubry (per i Gragnanesi "la Conceria", toponimo legato alla manifattura di tessuti che anticamente era fiorente nel territorio) con la bella chiesa del Corpus Domini e l'adiacente campanile dalla ottagonale cella campanaria, Presso la base del campanile è possibile abbeverarsi alla fontana dell' "Asso di coppe" così chiamata per la somiglianza con la carta napoletana da gioco
Per la decrizione della chiesa cliccare qui
N.B. da questo punto è possibile abbandonare l'itinerario e raggiungere in pochi minuti su strada asfatata (Via Nuova San Leone) il punto di partenza. Alternativa più valida per raggingere Piazza Marconi è Via Vecchia San Leone, raggiungibile segendo la strada che scende a sinistra del campanile del Corpus Domini e imboccando il breve tunnel che si incontra quasi subito (la descrizione della strada è presente al termine dell'itinerario)
Usciti dalla chiesa si osservi il vuoto lasciato da un edifico abbattuto a seguito dei danni subiti durante il terremoto del 1980, ma si noti anche qualche bel palazzo nei dintorni (ad esempio quello di fronte all'Asso di Coppe con decorazioni a cariatidi) e una palazzina bassa di colore rosato lungo via San Sebastiano (la strada che sale a destra del Corpus Domini): è ciò che resta dell'edificio dell'istituto D'Amato delle figlie di Maria Ausiliatrice distrutto per far posto all'orribile palazzo Passarelli che con la sua mostruosa mole domina la piazza e per costruire il quale fu parimenti abbattuta una chiesa prospiciente Via Vecchia Sigliano e sconvolta la topografia originaria dei luoghi (all'incrocio con Via Pasquale Nastro esisteva una piccola piazzetta con una fontana, la cosiddetta "Fontana Vecchia" smontata con l'inzio dei lavori di costruzione del nuovo fabbricato e da allora misteriosamente scomparsa) . Sullo sfondo di Via San Sebastiano si intravede al sommo di una scalinata la Chiesa della Madonna del Carmine.
Superata la base del Palazzo Passarelli, si torna alla curva con Via Pasquale Nastro lasciata poc'anzi e si inizia a salire lungo Via Vecchia Sigliano. Anche qui, sulla destra è possibile notare un evidente vuoto dovuto ai danni del sisma del 1980. Su ciò che resta dell'edificio si nota un portone con belle decorazioni. La strada sale con qualche curva prima a fondo asfaltato e poi in sanpietrini. Si superano (luglio 2014) alcune transenne che impediscono il transito veicolare (probabilmente poste a seguito del crollo di un parapetto però già sostituito da uno più moderno in cemento).
Si supera la chiesa di San Bartolomeo mentre un bel panorama si apre su Gragnano e parte della provincia di Napoli, in breve si raggiunge la S.S. per Agerola e si segue la strada in leggera salita in direzione Pimonte - Agerola. Ancora bei panorami si aprono sulla sinistra e mostrano parte del percorso già fatto, mentre sulla destra si innalza con forti pendenze il Monte Pendolo.
Superato il ristorante pizzeria Miramonti, poco prima della decisa curva a destra nei pressi di una casa colorata di rosso si segue una stradina in discesa che rasenta la base di un bella casa di colore bianco (meglio visibile voltandosi indietro qualche minuto dopo averla superata). Si prosegue si buona stradina che presto diviene a fondo misto cementizio - sterrato. Superato un ponticello in cemento si inizia la breve risalita verso le già visibili possenti mura del convento di San Nicola dei Miri che rasentiamo poco più avanti.
Una breve svolta a destra e siamo davanti al piazzale della chiesa di San Nicola dei Miri dalla facciata incorniciata da due campanili e dell'annesso convento ormai in totale rovina. Si noti il bel portale del convento sovrastato da timpano triangolare. Chi volesse addentrarsi nell'edificio (attualmente, luglio 2014, accessibile) faccia bene attenzione: le strutture sono instabili, conviene semmai affacciarsi solo nel cortile immediatamente a destra dopo l'ingresso per osservare la struttura ormai cadente.
Per la descrizione della chiesa
Usciti dalla chiesa seguiamo la stradina con ringhiera che scende a sinistra della chiesa fino a raggiungere la sottostante strada (se si ha voglia di percorrere qualche decina di metri in discesa è possibile osservare un tabernacolo e una nicchia scavata nella parete). Si risale brevemente verso destra (sulla parete è possibile osservare una piccola nicchia nei pressi di una specie di ricovero).
Giunti all'incrocio (fontana) si scolta a sinistra, si passa presso una bella casa attualmente (luglio 2014) in ristrutturazione. Se ne superano i ponteggi e si risale a destra. La strada passa tra qualche bell'edificio (a destra casa bianca con bifora) e presto si restringe non per mettendo più il passaggio agli automezzi. Si incrocia una strada un po' più larga che si percorre verso sinistra. All'incrocio si prosegue dritto (guardando a sinistra proprio sull'incrocio bella vista della tenuta "i Massi" di Aurano).
La strada prende a scendere su fondo cementizio e alterna qualche gradino a tratti piani. Dopo aver superato un tratto con un muro di contenimento di più recente costruzione, una veloce discesa su gradoni in cemento (guardando a sinistra si notino i tornanti che salgono alla frazione di Castello) conduce sulla sottostante larga via, proprio di fronte ad un mulino (Mulino Giobatta di Nola).
Si prosegue verso destra per poche centinaia di metri per giungere presso la località sorgente della Forma (fontana) dove si può ammirare quel che resta di un altro mulino (Mulino Parmente) Il luogo è abbastanza deturpato per la presenza di illiminazione, inutili strutture in cemento e la immancabile Madonna nella ennesima grotta di Lourdes, con annesse panchine in metallo. Dopo aver bevuto, si riprende la stessa strada di provenienza, ma questa volta in discesa. Poco prima del mulino Giobatta Di Nola si ammira, sotto più recenti arcate, un tratto dell'antico acquedotto che portava l'acqua al suddetto mulino.
Si supera il mulino osservando, sempre sulla destra, un bel ponticello ad arco. Si risale brevemente la strada asfaltata e quando si incrocia la strada in sanpietrini la si segue in discesa verso sinistra. Accompagnati dalla pessima, inutile e dannosa all'equilibrio dell'ambiente illuminazione a led, oltretutto spesso accesa anche di giorno e in molti casi fastidiosamente intermittente si superano altri mulini, alcuni visibili altri meno poiché coperti dalla vegetazione (sono in tutto 12 i mulini superstiti, ma verranno più esaurientemente illustrati, insieme a tutta la valle, in un successivo itinerario).
Si segue la buona strada talvolta con vista su belle pareti e con qualche piacevole scorcio cercando di ignorare l'immondizia e gli scarichi che purtroppo ogni tanto si è cosrtretti ad incontrare. Nei pressi di quel che rimane di un grande acquedotto si possono osservare le soprastanti case di Caprile. Poco più avanti, sulla sinistra, uno dei mulini meglio conservati: il Mulino lo Monaco.
Ormai in vista del bianco campanile del Corpus Domini, si passa sotto l'alto ponte che conduce da Piazza Aubry alla S.S. per Agerola (ricostruito, il precedente fu fatto saltare dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale). Si Supera l'entrata del (bellissimo) presepe artistico a destra e invece di risalire verso la strada, si imbocca un breve tunnel. Superatolo si osserva in alto il grande edificio dell'ex pastificio Emidio Di Nola di recente ristrutturato. Sulla sinistra bello scorcio su Gragnano. Poco più avanti è la cappellina della Madonna delle Grazie con qualche residuo di affresco del XV secolo e pavimento maiolicato.
Si segue la strada in leggera salita (portone con bel cortile sulla sinistra) fino a che, trasormatasi in gradini, non passa sotto un soprastante edificio e, in rapida succcessione, sotto un pilone in cemento e un'altra struttura soprastante. Uno sguardo a un bell'edificio a sinistra prima di intraprendere l'ultima breve rampa di scale. Arrivati sulla strada asfaltata si gira a sinistra in leggera salita e,poco prima dell'arco che sovrasta la strada, svoltiamo a sinistra in Vicolo stretto Sant'Agostino.
Lo percorriamo tutto entrando nella Galleria Garofalo di recente costruzione (all'interno pizzeria, negozi, bar e supermercato) che percorriamo fino in fondo senza svoltare a destra. Usciti dalla galleria due portoni chiusi da cancello permettono di osservare il chiostro di Sant'Agostino da qualche anno restituito alla città (già casa mandamentale). Accanto al chiostro è inoltre possibile visitare la Chiesa di Sant'Agostino e la Chiesa di Santa Maria ad Nives (svoltato l'angolo dopo la chiesa, a sinistra).
Maggiori informazioni sulle chiese qui.
Terminata al visita alle due chiese, brevemente si raggiunge il punto di partenza, termine di itinerario.
(da completare)