Sui sentieri dei Monti Lattari
  • Home
  • il sito (news)
    • chi sono
    • aggiornamenti
  • itinerari
  • multimedia
    • biblioteca digitale
    • foto
    • video >
      • Botto dell'acqua
    • Com'era/com'è
  • Riflessioni in cammino
  • guestbook
  • link

LE CINQUE GROTTE
DEL BOTTO DELL'ACQUA:
descrizione

Ci si reca in località Aurano, frazione del comune di Gragnano raggiungibile sia passando dalla frazione di Caprile, sia attraversando la bella Valle dei Mulini di Gragnano e, in rapida successione, l'antico borgo di Castello. Guardando la chiesa di Sant'Aniello, si svolta a sinistra e si segue su asfalto la strada (Via Sant'Erasmo) che prosegue in salita. La si segue fino al culmine per poi svoltare a destra nei pressi della ormai sconsacrata chiesa di Sant'Erasmo, si superano velocemente un gruppo di case e si svolta a sinistra. Al bivio si segue lo stradello che scende a sinistra (quello di destra in salita, verrà utilizzata come percorso di discesa) e presto si raggiunge il fondo del fiume (si ignori scendendo sulla sinistra uno stradello a fondo battuto che attraverso coltivi risale successivamente fino a raggiungere un'altra delle vie di accesso del Botto dell'Acqua: quella proveniente dalla frazione Caprile che si incrocia nei pressi di un antico acquedotto).

Con attenzione si risale il torrente sempre senza alcuna difficoltà se non quella di doversi districare nella vegetazione più o meno fitta e cercando di non bagnarsi troppo (tali difficoltà sono più o meno consistenti secondo il periodo). Presto si raggiunge una radura sulla cui sinistra si nota ciò che resta delle fondamenta di una costruzione (probabilmente una stalla o comunque un capanno), da qui si segue il sentiero che a sinistra risale con qualche svolta (nei pressi della prima svolta, sotto l'intrico dei rovi si nota la carcassa di un maggiolino Volkswagen). Si passa presso una zona coltivata e che presenta alcuni ricoveri per animali, superata la quale, ben presto notiamo alla base della parete rocciosa di sinistra, la prima grotta dell'itinerario.
ImmagineLa prima grotta
Questa grotta è costituita in gran parte da una colata calcifica e non presenta interessanti formazioni di rilievo, inoltre nella parte superiore si restringe abbastanza e la roccia spesso si presenta tagliente, tuttavia il suo accesso non presenta particolari difficoltà a chi ha un minimo di dimestichezza con la roccia. A questo link un video della parte superiore della grotta.

Terminata la visita alla grotta, si riprende il sentiero in salita e velocemente con qualche svolta si perviene, nei pressi di una staccionata al sentiero di accesso al Botto dell'acqua proveniente da Caprile. Si prosegue a destra e dopo pochi metri, poco prima della svolta a destra del sentiero, notiamo in alto sulla parete a sinistra la seconda grotta dell'itinerario: il Riparo di Gragnano. (Aggiornamento del 25/04/2015: Tale grotta dopo la stesura dell'itinerario è stata oggetto di trasformazione in stalla/ricovero, in caso di assenza degli animali è comunque raggiungibile).

ImmagineLa seconda grotta: grotta riparo di Gragnano
Tale grotta è iscritta al catasto delle grotte della Campania con il numero progressivo 234. Vi si accede per un breve sentierino terroso che si individua facilmente e che si dirige proprio in direzione dell'apertura sulla parete. Giunti alla base della roccia, il modo più semplice per risalire il gradino di roccia che ci separa dall'ingresso della grotta è risalire a destra in prossimità di un fico selvatico il cui tronco, all'occorrenza, può servire anche come appoggio sia durante la salita che durante la discesa.
I più capaci potranno divertirsi a risalire la paretina direttamente al centro per piccoli appigli rocciosi (grado di difficoltà: primo grado superiore).

La descrizione che segue è tratta dal catasto delle grotte della federazione speleologica campana:
"L'ingresso ha forma quadrata alto 4 metri e largo 5, e si presenta con un piccolo dislivello di circa 3 metri; la caverna, impostata su faglia con immersione SE ed inclinazione 65°, si presenta leggermente in salita con uno sviluppo di circa 10 metri. Evidente la stratificazione con immersione SSW; sul lato Ovest è presente una fascia cataclastica"

ImmagineLa terza grotta
Guardando di qui la paretina che segue lungo il percorso, poco più avanti a sinistra, notiamo più o meno alla stessa altezza, la terza grotta dell'itinerario.

Per raggiungerla si eviti di traversare direttamente verso la grotta per le roccette, in quanto scoscese e molto friabili; è preferibile invece, considerato anche lo scarsissimo dislivello, tornare sul sentiero e, effettuata la curva, risalire su traccia abbastanza visibile in direzione della nuova grotta che presto raggiungiamo.

Anche in questo caso, la grotta è preceduta da un piccolo gradino di roccia questa volta un po' più problematico da risalire rispetto al precedente. Ci si deve servire ancora una volta di un fico selvatico, ma anche della roccia posta alla base della parete da utilizzare come "ponte" verso il superiore gradino di roccia. Anche in questo caso chi se la sentisse potrà risalire verso l'ingresso della grotta direttamente, senza utilizzare la roccia alla base, tenendosi a sinistra e indovinando i piccoli appigli presenti (grado di difficoltà: primo grado superiore).

Anche questa grotta, come la prima è quasi completamente invasa da una colata calcifica dai bordi abbastanza taglienti e quindi si risale con qualche difficoltà. Ben presto si restringe in alto impedendo qualsiasi possibilità di prosecuzione. Piccole concrezioni si possono notare in una strettissima fessura posta, salendo, a destra dell'ingresso.

ImmagineLa quarta grotta: grotta dei tedeschi
Ritornati sul sentiero (in questo punto affiorano resti dell'acquedotto), lo si segue inoltrandosi verso il fondo della valle, fino a raggiungere una piccola costruzione che funge da bottino di presa, (come evidente anche dall'iscrizione che sovrasta la porta). Casomai ce ne fosse bisogno, si può far rifornimento d'acqua da un fresco zampillo d'acqua che fuoriesce dalla parete di sinistra del casotto.

Presso la fontanella si segue il sentiero in salita, in questo punto gradinato e ben presto svoltiamo a destra entrando in un bel boschetto di castagni. Lungo il sentiero affiorano talvolta resti dell'antico acquedotto. Si prosegue sul sentiero fino a raggiungere, dopo alcune curve un evidente sentiero che scende a destra e che si segue fino a raggiungere un altro bottino di presa.

Poco prima di raggiungere il bottino, si segue brevemente il sentiero assecondandone la curva in discesa a destra in direzione di un ulteriore casotto: siamo in un luogo che ha cambiato aspetto di recente.

A fine dicembre 2012 la parete fronteggiante la radura nella quale ci troviamo è crollata, cancellando, di fatto, la bella cascata (artificiale) che saltava alla sua sinistra e di cui resta solo un piccolo residuo che però presumibilmente col tempo riuscirà di nuovo a scavare il friabile materiale che ora la ostruisce. Esistono due video girati dallo scrivente che mostrano lo stesso luogo pochissimi giorni prima della frana (quando mi ero recato a far pulizia da buste e rifiuti vari alla base della stessa) e qualche giorno dopo l'evento, ecco i link prima e dopo.

Si torna al bottino lasciato poco più indietro e rasentandone il perimetro si sbuca su una radura. Dall'altra parte del fiume alla base di una parete rocciosa, si intravede tra la vegetazione, la quarta grotta dell'itinerario che si raggiunge facilmente attraversando il letto del torrente che in questa zona è artificiale e facendosi strada tra la vegetazione più o meno fitta (a seconda del periodo).

La grotta si rivela sin dall'entrata  artificiale, allargata probabilmente per fungere da deposito o dimora di animali. Durante la seconda guerra mondiale, ebbe anche funzione di riparo per le genti del luogo tanto è vero che da alcuni è ancora ricordata come "Grotta dei Tedeschi" Le pareti risultano abbastanza lisce e si incontrano talvolta piccole nicchie, alcune delle quali dovevano forse sostenere travi in legno. Dall'ambiente centrale si dipartono due rami laterali di cui quello di sinistra è leggermente più lungo. In questo luogo nel periodo del letargo, nei recessi più bui, dimorano alcuni chirotteri. (Aggiornamento del 25/04/2015: il ramo di destra risulta ora occupato da una costruzione in muratura, apparentemente abbandonata, con tavolaccio e rete per letto).

ImmagineLa quinta grotta: grotta sorgente del Muiariello
Usciti dalla grotta si torna alla radura e si risale brevemente il torrente (in alcuni passaggi occorre spostarsi sulla sponda destra o su quella sinistra e spesso conviene utilizzare le cesoie per districarsi tra la vegetazione) fino a giungere ad una più ampia radura in ambiente aperto facilmente riconoscibile per la presenza di una specie di piccolo pozzo/cisterna quadrato in cemento con una botola in ferro sul fondo. Poco prima della botola sulla destra si nota una traccia di sentiero in salita che si segue con qualche svolta (segnalata in parte dalla presenza di alcune fettucce bianco/rosse residuo di precedente escursione CAI). Si raggiunge un riparo sotto roccia e si prosegue passando per un piccolo campo coltivato ad olivi che si supera.

Si risale brevemente a sinistra pervenendo su una larga traccia che si rivela essere il sentiero di collegamento tra le località Pietre della Torina, Aurano e i Canali di Lettere. Lo si segue a destra in discesa e ben presto arriviamo alla base di un bel salto d'acqua (stagionale). L'acqua che si vede proviene tutta da un unico punto: la quinta grotta dell'itinerario e prosegue la sua corsa verso la cascata vista in precedenza e ora quasi scomparsa.

Se si ha un po' di dimestichezza con la roccia (che può anche essere bagnata) si può provare l'approccio alla grotta direttamente da qui, seguendo l'itinerario che si vede in questo video. Il percorso da qui risale varie cascate più o meno alte con percorso divertente da indovinare e mai troppo difficile. Dopo le ultime cascate a destra si prosegue brevemente nel fondo della valle quasi sempre asciutto fino a che, poco più in alto, un buon sentiero a destra risale raggiungendo velocemente la grotta sorgente del Muiariello.

Chi non volesse seguire questo itinerario, deve proseguire sul sentiero che risale leggermente fino a raggiungere una curva più in alto caratterizzata sulla destra da una radura dove talvolta dimorano pecore e riconoscibile per la presenza di uno o più bidoni per l'acqua. In corrispondenza della radura sulla sinistra stacca una piccola traccia di sentiero che si segue in decisa salita per qualche minuto fino a raggiungere un sentiero più largo che poi si segue a sinistra e che in pochi minuti e con alcune svolte, superato prima un bel riparo sottoroccia e poi un ruscelletto, porta alla grotta.

N.B.: esistono anche altri itinerari di accesso alla grotta, ma si è preferito indicarne in questa sede solo un paio (uno facile, uno un po' più difficile); altre vie di accesso verranno eventualmente segnalate in successivi itinerari.

Anche questa grotta è iscritta al catasto delle grotte della Campania e il suo progressivo è il 233.
La descrizione che segue è tratta dal catasto delle grotte della federazione speleologica campana
"Si tratta di una risorgenza di piccole dimensioni, con condotto quadrato di interstrato largo 4 metri alto 3; la volta al fondo si abbassa fino ad un sifone"

In fondo alla grotta è possibile osservare un piccolo laghetto formato dall'acqua portata in superficie dal  sifone e che poi va a formare le cascate che abbiamo abuto modo di  osservare. Tale lago nei periodi di secca è assente.

Uscendo dalla grotta si segue ora, traversato il ruscello, la traccia di sentiero che va verso sinistra, percorso già effettuato per chi ha scelto di non risalire le cascate in maniera diretta. Con percorso semplice ed abbastanza velocemente si arriva ad un incrocio di sentieri facilmente riconoscibile perché caratterizzato dalla presenza di alcune pietre di color rosato al suolo. Si prende il largo sentiero che scende versodestra  e in pochi minuti, compiendo alcune svolte, si raggiunge un sentiero in basso che corre in piano (ancora una volta è il sentiero che congiunge Aurano ai canali di Lettere).

Lo si segue per pochi metri verso destra fino ad incontrare un largo sentiero che scende a sinistra, se ne asseconda il percorso curvando a destra, fino a raggiungere e superare un rudimentale cancelletto formato da materiale di risulta che delimita una proprietà privata a coltivi (si chieda quindi, eventualmente fosse presente il proprietario, il permesso di entrare).

Si supera un canalino artificiale, che scorrendo verso sinistra forma poco più avanti la cascata ormai sepolta dalla frana che abbiamo già incontrato sul nostro percorso.  Si segue il canalino verso destra per ammirare il bel salto che in questo punto forma l’acqua nella sua discesa dalla grotta. Tornati al cancelletto si risale lungo il cammino fatto poc’anzi fino ad incontrare l’ormai noto sentiero Aurano – Lettere che si segue verso destra.

Velocemente si raggiunge un punto in cui il sentiero da terroso diventa a fondo pietroso rivelandosi una vecchia mulattiera, si evita una deviazione che sale verso sinistra e che porterebbe in località Pietre della Torina e con facile discesa che sul lato destro, sul versante opposto del Botto dell’acqua, mostra una bella visuale su alcuni resti di un antico acquedotto, si raggiungono le già note case, non distanti dal punto di partenza dell’itinerario.

torna alla pagina precedente
Powered by Create your own unique website with customizable templates.