MONTE PENDOLO
da Gragnano:
descrizione
L'itinerario parte dalla località Sigliano (altezza bivio Pimonte - Gragnano) dove si imbocca la strada in salita tra il supermercato (discount MD) e le palazzine popolari che si segue quando svolta decisamente a destra, si prosegue su asfalto fino in fondo, dove si vede una larga strada a fondo sconnesso che sale. La si asseconda quando curva verso sinistra fino a pervenire ad un bivio che va seguito a destra.Di qui in leggera discesa si raggiunge ben presto un ponticello che si supera imboccando subito dopo il sentiero che risale il canalone a sinistra.
Si sale ora con moderata pendenza su sentiero a tratti gradinato che potrebbe risultare un po' scivoloso in caso di pioggia. Si ignora un sentiero a sinistra e poco dopo si effettua un tornante a sinistra. La pendenza si accentua leggermente ed il fondo diventa prevalentemente a lapillo, si segue un tornante verso destra e, prima di raggiungere il successivo tornante, si nota un sentiero sulla destra che scavalca il canalone.
In realtà seguendo il tornante e il relativo largo sentiero in salita si arriva molto più velocemente e facilmente verso la prima meta di itinerario (ruderi del convento/castello di Belvedere) incrociando ulteriormente, mediante brevi digressioni, il sentiero che seguiremo in salita; si consiglia, tuttavia, di seguire l'itinerario descritto che sicuramente risulta molto meno scontato e più interessante.
Si segue il sentiero fino a superare il canalone (da cui tutte le successive deviazioni non si allontaneranno mai troppo, è quindi bene tenerlo presente per tutta la durata come punto di riferimento) presto si intuisce a sinistra una labilissima traccia in salita la si segue per pochi metri fino ad un masso affiorante dal terreno dove si scarta ancora a sinistra dirigendosi quasi al margine del canale. Si risale tra cespugli di pungitopo lasciandosi il canale a vista e costantemente sulla sinistra fino a giungere a una svolta verso destra nei pressi di un cespuglio di alloro. Percorsi pochi metri perveniamo ad un piccolo pianoro con qualche roccia affiorante, si svolta ancora a sinistra su labile traccia e si segue la traccia in marcata pendenza fino ad incrociare un sentiero più o meno perpendicolare a quello da cui proveniamo. Lo seguiamo a sinistra per un paio di metri per poi imboccare una traccia a destra in forte pendenza tra rocce e cespugli di pungitopo. Si sale verso sinistra tornando a costeggiare il canalone fino a raggiungere un nuovo sentiero perpendicolare a quello da cui proveniamo.
Lo si segue a destra per pochi metri e quasi subito con decisa svolta a sinistra si inizia a salire ripidamente. Pochi metri e raggiungiamo una piccola radura dove ignoriamo la traccia a destra e proseguiamo più o meno dritti tornando a lambire il canalone. Pochi metri prima di raggiungere un piccolo canalino laterlae che va a confluire in quello più grande scartiamo a destra quasi senza traccia fino a raggiungere dopo pochi metri un buon sentiero, lo seguiamo a sinistra in salita fino a raggiungere, nel punto in cui spiana, un masso coperto di muschio e piccole felci in corrispondenza del piccolo canalino ignorato poc'anzi.
Proseguiamo sul sentiero e pochi metri prima di arrivare al canalone prendiamo una traccia a destra in salita. Con alcuni rapidi tornantini guadagniamo quota fino a raggiungere una piccola radura in piano che si oltrepassa dirigendosi verso il canalone che si supera su buona traccia.
Si risale a sinistra fino ad un bivio (a sinistra si raggiunge la variante facile di cui intuiamo lo sviluppo dal basso). Si prosegue invece a destra svoltando poi nei pressi di una bella roccia di colore rossastro. Ad un sucessivo bivio si tiene ancora la destra. Si segue il sentiero per tracce puntando le rocce poco più in alto, e si raggiunge il canalone, in questo punto sulla nostra destra, in un punto dove sono presenti alcune rocce affioranti.
Si rimonta il canale direttamente in forte pendenza (volendo si può evitare questo tratto mediante tracce di sentiero a destra e a sinistra) e si raggiunge un'altra traccia che traversa il canale. Si continua a rimontare il canale ora a destra ora a sinistra fino ad incontrare un sentiero proveniente da sinistra a fondo misto di roccia e terra ormai in vista delle pareti rocciose poco soprastanti. Risaliamo su elementari roccette il fondo del canale, ormai quasi non più riconoscibile perché non incassato, fino a raggiungere le interessanti pareti rocciose sopra di noi.
Di qui si ignora la deviazione che sale a sinistra tra le rocce e ci si sposta a destra per osservare le belle pareti per poi tornare indietro al termine delle stesse.
N.B.:
chi avesse bisogno di riposarsi, o non avesse intenzione di visitare i ruderi del convento, può guadagnare il poggio roccioso soprastante costeggiando le pareti e seguendo quindi il sentiero che sale a sinistra proprio al termine delle rocce e prima che il sentiero digradi verso il basso. Lo si asseconda in un paio di svolte e, in vista di alcune pareti rocciose, si svolta con decisione a sinistra fino a raggiungere il bel poggio panoramico
Si prende la deviazione ignorata in precedenza che offre una bella vista sulle fronteggianti rocce e si risale verso alcuni terrapieni con bei muretti (si ignorino tracce di altri sentieri). Superato il primo muretto si incrocia un sentiero che si segue a sinistra, si supera una svolta dal terreno un po' franoso fino a pervenire ad un bivio che si segue a destra. Ad un successivo bivio si tiene ancora la destra in salita puntando la cresta ormai non troppo lontana. Raggiunto un ulteriore bivio ci si tiene a sinistra, si supera una piccola radura continuando a salire fino a che, poco prima della cresta, si incrocia ormai in vista di un poco distante fabbricato e nei pressi di un bidone blu abbandonato nella vegetazione, un sentiero che seguiamo a sinistra. Presso un tornante a destra vediamo le prime strutture difensive del convento, continuando a seguire il sentiero raggiungiamo un altro tornante nei pressi di un terreno coltivato, ancora pochi metri sul sentiero in salita verso destra e facendosi strada tra la vegetazione si perviene ad un bellissimo pianoro coltivato ad olivi che si costeggia tenendosi sul margine sinistro mentre davanti a noi appaiono i resti del convento/castello del Belvedere, baluardo difensivo di Amalfi, circa il quale è bene dare qualche cenno storico tratto dalla pagina facebook 101 cose da fare a Pimonte tra storia,tradizioni e leggende.
"In posizione dominante, sull’estrema punta est del monte “Bellovedere”, dove una volta sorgeva il Castello di Pimonte, di cui si ha notizia nel 1230, si ergono i ruderi dell’antico Convento e Chiesa di “S. Maria de pulchri visus”, che fino all’anno 1566 venne officiata dai padri Agostiniani Scalzi e poi dai P.P. Domenicani, finchè il Convento non venne soppresso da Papa Innocenzo X nel 1652. Anche se non si conosce con esattezza l’epoca di fondazione, la struttura costituisce uno dei più importanti complessi architettonici del Medio Evo. Gli edifici raggruppati intorno al lato est del chiostro,che ha una corte centrale, erano adorni di un pozzo per la raccolta delle acque piovane. Il pozzo è in relazione con l’antico refettorio, serviva anche per dare ai monaci la possibilità di praticare prima e dopo i pasti le abluzioni prescritte dalla regola monastica e per lavare i cadaveri dei monaci prima di seppellirli. Il piano terra era certamente adibito a refettorio e vari locali dove depositare i prodotti della terra,mentre i piani superiori nel lato nord, a dormitorio, e sul lato del cortile tante celle collegate da un corridoio come luogo di studio. La gigantesca torre campanaria, rastremata verso l’alto, era suddivisa in 3 ordini maggiori ed uno finale minore.
Al di là del lato est si trovava il cimitero, mentre al lato nord gli ambienti destinati ai servizi. Gli altri due lati sono costituiti dai muri di cinta. L’accesso alla parte interna delle mura di cinta era precluso a coloro che non facevano parte dell’ordine, invece quella compresa tra le due cinta, era accessibile a tutti.
Purtroppo oggi questo meraviglioso complesso è ridotto ad un rudere abbandonato inaccessibile ed inagibile, ma al suo interno sono ancora visibili alcuni frammenti di altari padronali e lastre terragne.
e, proseguendo dritto, per il medesimo percorso dell'andata si torna velocemente al punto di partenza."
E' evidente che l'uliveto in cui ci troviamo sia proprietà privata, ma lo stesso vale anche per il convento che purtroppo, per quanto assurdo possa sembrare, non sorge su suolo pubblico: si tengano dunque adeguate norme comportamentali. E' interessante visitare, per quanto possibile, l'interno della costruzione (con un po' di buona volontà e impegno è possibile visitare praticamente tutti i locali visibili) ma altrettanto interessante risulta anche affacciarsi sulla parte retrostante del convento (da dove è anche più semplice raggiungere l'ambiente sottostante il campanile dove è visibile una bellissima macina in pietra).
Dopo la visita, si ritorna in parte sul tragitto di andata che si lascia poco dopo i ruderi del convento quando al termine della prima staccionata in legno incontriamo una traccia che scende a destra. Tale traccia va ad incrociare il sottostante sentiero già fatto in salita e che seguiamo ancora a destra fino al tornante. Di qui rifacciamo il sentiero di andata prima fino al bidone di colore blu e poi in rapida discesa e poi in risalita fino alla curva con terreno leggermente friabile (facilmente riconoscibile perché a sinistra si sviluppa una specie di piccola e stretta gola). Di qui si prosegue sul sentiero ignorando la traccia che scende a destra (e che raggiungerebbe la base delle pareti rocciose) e si tiene la sinistra in leggera salita. In breve per facile percorso in parte su roccia, perveniamo al panoramico poggio roccioso tra belle rocce e alberi di corbezzolo.
Superato il poggio roccioso si ignora il sentiero che scende a destra (è la scorciatoia indicata in precedenza per chi volesse evitare di arrivare al convento) e si segue l'evidente sentiero che tiene la sinistra, che passando sotto un muro a secco in alto a sinistra, raggiunge in breve un altro panoramico poggio roccioso. Il sentiero prosegue ancora oltre sostanzialmente dritto con qualche saliscendi fino ad un bivio presso alcune rocce dove si tiene la sinistra.
Qui il sentiero si fa meno evidente e passa tra alberi di corbezzolo fino ad incontrare un'altra traccia in salita, di qui si sale a sinistra per poi proseguire dritti in salita lasciando in basso a destra una radura erbosa. Se ne raggiunge un'altra che si lascia a sinistra prosegendo ancora più o meno dritti sul sentiero tra bassi cespugli fino a pervenire ad una traccia che si segue in salita a sinistra. Raggiunto in breve un più ampio sentiero con rocce affioranti nei pressi di un cippo confinario sepolto quasi del tutto, si segue il sentiero verso destra, che man mano si fa più ampio. Raggiungiamo presto un altro poggio panoramico. A un successivo bivio si tiene la destra passando tra erica e ginestra ormai in vista della croce Qualche rapido saliscendi ci porta ad un altro bivio dove teniamo la destra (anche il snetiero di sinistra perviene allo stesso punto).
Probabilmente da questo punto cominceremo a sentire l'abbaiare dei cani che sono a guardia del poco soprastante improvvisato ovile, lo superiamo passando sotto di esso e lasciandoci sulla destra un capanno in lamiera. A un successivo bivio saliamo a sinistra e poi, tenendoci ancora a sinistra, tra bassi arbusti guadagniamo la cresta. Da qui voltandoci alle spalle intuiamo la cima del Pendolo (chi volesse può raggiungerla in pochi minuti) si prosegue invece a destra passando accanto ai ruderi di una costruzione che si lascia sulla sinistra di qui velocemente e per elementare sentiero (bellissimi accumuli di fossili: rudiste) si raggiunge la croce.
Il panorama, nonostante l'infinita colata di cemento costituita dalle città che si susseguono senza soluzione di continuità da Napoli a Castellammare di Stabia, è splendido e invita ad una sosta contemplativa. La bellezza e la particolarità della visuale è dovuta anche alla posizione isolata del monte che consente una visione a 360 gradi dei dintorni e alla non eccessiva altezza che permette di leggere i più piccoli dettagli del territorio.
Da questo punto. le possibilità di discesa sono molteplici (come molteplici erano le possiiblità di salita) e qualche alternativa verrà forse indicata in successivi itinerari. In questo caso si seguirà quella che conduce alla frazione Privati di Castellammare di Stabia e che, in parte, ricalca una delle antiche vie di accesso al monte. (Chi avesse bisogno di una discesa facile e veloce può seguire la cresta del monte fino a raggiungere in circa 15 minuti una strada asfaltata che, seguita in discesa, porta alla piazza centrale di Pimonte dove è la fermata dei bus SITA).
Ci si dirige verso nord ovest, in pratica come se si puntasse Castellammare, tenendosi a sinistra la staccionata dell'agriturismo dove sono ospitati alcuni cavalli. Si supera, lasciandola sempre a sinistra, una capanna dall'equilibrio quantomeno precario
Si sale ora con moderata pendenza su sentiero a tratti gradinato che potrebbe risultare un po' scivoloso in caso di pioggia. Si ignora un sentiero a sinistra e poco dopo si effettua un tornante a sinistra. La pendenza si accentua leggermente ed il fondo diventa prevalentemente a lapillo, si segue un tornante verso destra e, prima di raggiungere il successivo tornante, si nota un sentiero sulla destra che scavalca il canalone.
In realtà seguendo il tornante e il relativo largo sentiero in salita si arriva molto più velocemente e facilmente verso la prima meta di itinerario (ruderi del convento/castello di Belvedere) incrociando ulteriormente, mediante brevi digressioni, il sentiero che seguiremo in salita; si consiglia, tuttavia, di seguire l'itinerario descritto che sicuramente risulta molto meno scontato e più interessante.
Si segue il sentiero fino a superare il canalone (da cui tutte le successive deviazioni non si allontaneranno mai troppo, è quindi bene tenerlo presente per tutta la durata come punto di riferimento) presto si intuisce a sinistra una labilissima traccia in salita la si segue per pochi metri fino ad un masso affiorante dal terreno dove si scarta ancora a sinistra dirigendosi quasi al margine del canale. Si risale tra cespugli di pungitopo lasciandosi il canale a vista e costantemente sulla sinistra fino a giungere a una svolta verso destra nei pressi di un cespuglio di alloro. Percorsi pochi metri perveniamo ad un piccolo pianoro con qualche roccia affiorante, si svolta ancora a sinistra su labile traccia e si segue la traccia in marcata pendenza fino ad incrociare un sentiero più o meno perpendicolare a quello da cui proveniamo. Lo seguiamo a sinistra per un paio di metri per poi imboccare una traccia a destra in forte pendenza tra rocce e cespugli di pungitopo. Si sale verso sinistra tornando a costeggiare il canalone fino a raggiungere un nuovo sentiero perpendicolare a quello da cui proveniamo.
Lo si segue a destra per pochi metri e quasi subito con decisa svolta a sinistra si inizia a salire ripidamente. Pochi metri e raggiungiamo una piccola radura dove ignoriamo la traccia a destra e proseguiamo più o meno dritti tornando a lambire il canalone. Pochi metri prima di raggiungere un piccolo canalino laterlae che va a confluire in quello più grande scartiamo a destra quasi senza traccia fino a raggiungere dopo pochi metri un buon sentiero, lo seguiamo a sinistra in salita fino a raggiungere, nel punto in cui spiana, un masso coperto di muschio e piccole felci in corrispondenza del piccolo canalino ignorato poc'anzi.
Proseguiamo sul sentiero e pochi metri prima di arrivare al canalone prendiamo una traccia a destra in salita. Con alcuni rapidi tornantini guadagniamo quota fino a raggiungere una piccola radura in piano che si oltrepassa dirigendosi verso il canalone che si supera su buona traccia.
Si risale a sinistra fino ad un bivio (a sinistra si raggiunge la variante facile di cui intuiamo lo sviluppo dal basso). Si prosegue invece a destra svoltando poi nei pressi di una bella roccia di colore rossastro. Ad un sucessivo bivio si tiene ancora la destra. Si segue il sentiero per tracce puntando le rocce poco più in alto, e si raggiunge il canalone, in questo punto sulla nostra destra, in un punto dove sono presenti alcune rocce affioranti.
Si rimonta il canale direttamente in forte pendenza (volendo si può evitare questo tratto mediante tracce di sentiero a destra e a sinistra) e si raggiunge un'altra traccia che traversa il canale. Si continua a rimontare il canale ora a destra ora a sinistra fino ad incontrare un sentiero proveniente da sinistra a fondo misto di roccia e terra ormai in vista delle pareti rocciose poco soprastanti. Risaliamo su elementari roccette il fondo del canale, ormai quasi non più riconoscibile perché non incassato, fino a raggiungere le interessanti pareti rocciose sopra di noi.
Di qui si ignora la deviazione che sale a sinistra tra le rocce e ci si sposta a destra per osservare le belle pareti per poi tornare indietro al termine delle stesse.
N.B.:
chi avesse bisogno di riposarsi, o non avesse intenzione di visitare i ruderi del convento, può guadagnare il poggio roccioso soprastante costeggiando le pareti e seguendo quindi il sentiero che sale a sinistra proprio al termine delle rocce e prima che il sentiero digradi verso il basso. Lo si asseconda in un paio di svolte e, in vista di alcune pareti rocciose, si svolta con decisione a sinistra fino a raggiungere il bel poggio panoramico
Si prende la deviazione ignorata in precedenza che offre una bella vista sulle fronteggianti rocce e si risale verso alcuni terrapieni con bei muretti (si ignorino tracce di altri sentieri). Superato il primo muretto si incrocia un sentiero che si segue a sinistra, si supera una svolta dal terreno un po' franoso fino a pervenire ad un bivio che si segue a destra. Ad un successivo bivio si tiene ancora la destra in salita puntando la cresta ormai non troppo lontana. Raggiunto un ulteriore bivio ci si tiene a sinistra, si supera una piccola radura continuando a salire fino a che, poco prima della cresta, si incrocia ormai in vista di un poco distante fabbricato e nei pressi di un bidone blu abbandonato nella vegetazione, un sentiero che seguiamo a sinistra. Presso un tornante a destra vediamo le prime strutture difensive del convento, continuando a seguire il sentiero raggiungiamo un altro tornante nei pressi di un terreno coltivato, ancora pochi metri sul sentiero in salita verso destra e facendosi strada tra la vegetazione si perviene ad un bellissimo pianoro coltivato ad olivi che si costeggia tenendosi sul margine sinistro mentre davanti a noi appaiono i resti del convento/castello del Belvedere, baluardo difensivo di Amalfi, circa il quale è bene dare qualche cenno storico tratto dalla pagina facebook 101 cose da fare a Pimonte tra storia,tradizioni e leggende.
"In posizione dominante, sull’estrema punta est del monte “Bellovedere”, dove una volta sorgeva il Castello di Pimonte, di cui si ha notizia nel 1230, si ergono i ruderi dell’antico Convento e Chiesa di “S. Maria de pulchri visus”, che fino all’anno 1566 venne officiata dai padri Agostiniani Scalzi e poi dai P.P. Domenicani, finchè il Convento non venne soppresso da Papa Innocenzo X nel 1652. Anche se non si conosce con esattezza l’epoca di fondazione, la struttura costituisce uno dei più importanti complessi architettonici del Medio Evo. Gli edifici raggruppati intorno al lato est del chiostro,che ha una corte centrale, erano adorni di un pozzo per la raccolta delle acque piovane. Il pozzo è in relazione con l’antico refettorio, serviva anche per dare ai monaci la possibilità di praticare prima e dopo i pasti le abluzioni prescritte dalla regola monastica e per lavare i cadaveri dei monaci prima di seppellirli. Il piano terra era certamente adibito a refettorio e vari locali dove depositare i prodotti della terra,mentre i piani superiori nel lato nord, a dormitorio, e sul lato del cortile tante celle collegate da un corridoio come luogo di studio. La gigantesca torre campanaria, rastremata verso l’alto, era suddivisa in 3 ordini maggiori ed uno finale minore.
Al di là del lato est si trovava il cimitero, mentre al lato nord gli ambienti destinati ai servizi. Gli altri due lati sono costituiti dai muri di cinta. L’accesso alla parte interna delle mura di cinta era precluso a coloro che non facevano parte dell’ordine, invece quella compresa tra le due cinta, era accessibile a tutti.
Purtroppo oggi questo meraviglioso complesso è ridotto ad un rudere abbandonato inaccessibile ed inagibile, ma al suo interno sono ancora visibili alcuni frammenti di altari padronali e lastre terragne.
e, proseguendo dritto, per il medesimo percorso dell'andata si torna velocemente al punto di partenza."
E' evidente che l'uliveto in cui ci troviamo sia proprietà privata, ma lo stesso vale anche per il convento che purtroppo, per quanto assurdo possa sembrare, non sorge su suolo pubblico: si tengano dunque adeguate norme comportamentali. E' interessante visitare, per quanto possibile, l'interno della costruzione (con un po' di buona volontà e impegno è possibile visitare praticamente tutti i locali visibili) ma altrettanto interessante risulta anche affacciarsi sulla parte retrostante del convento (da dove è anche più semplice raggiungere l'ambiente sottostante il campanile dove è visibile una bellissima macina in pietra).
Dopo la visita, si ritorna in parte sul tragitto di andata che si lascia poco dopo i ruderi del convento quando al termine della prima staccionata in legno incontriamo una traccia che scende a destra. Tale traccia va ad incrociare il sottostante sentiero già fatto in salita e che seguiamo ancora a destra fino al tornante. Di qui rifacciamo il sentiero di andata prima fino al bidone di colore blu e poi in rapida discesa e poi in risalita fino alla curva con terreno leggermente friabile (facilmente riconoscibile perché a sinistra si sviluppa una specie di piccola e stretta gola). Di qui si prosegue sul sentiero ignorando la traccia che scende a destra (e che raggiungerebbe la base delle pareti rocciose) e si tiene la sinistra in leggera salita. In breve per facile percorso in parte su roccia, perveniamo al panoramico poggio roccioso tra belle rocce e alberi di corbezzolo.
Superato il poggio roccioso si ignora il sentiero che scende a destra (è la scorciatoia indicata in precedenza per chi volesse evitare di arrivare al convento) e si segue l'evidente sentiero che tiene la sinistra, che passando sotto un muro a secco in alto a sinistra, raggiunge in breve un altro panoramico poggio roccioso. Il sentiero prosegue ancora oltre sostanzialmente dritto con qualche saliscendi fino ad un bivio presso alcune rocce dove si tiene la sinistra.
Qui il sentiero si fa meno evidente e passa tra alberi di corbezzolo fino ad incontrare un'altra traccia in salita, di qui si sale a sinistra per poi proseguire dritti in salita lasciando in basso a destra una radura erbosa. Se ne raggiunge un'altra che si lascia a sinistra prosegendo ancora più o meno dritti sul sentiero tra bassi cespugli fino a pervenire ad una traccia che si segue in salita a sinistra. Raggiunto in breve un più ampio sentiero con rocce affioranti nei pressi di un cippo confinario sepolto quasi del tutto, si segue il sentiero verso destra, che man mano si fa più ampio. Raggiungiamo presto un altro poggio panoramico. A un successivo bivio si tiene la destra passando tra erica e ginestra ormai in vista della croce Qualche rapido saliscendi ci porta ad un altro bivio dove teniamo la destra (anche il snetiero di sinistra perviene allo stesso punto).
Probabilmente da questo punto cominceremo a sentire l'abbaiare dei cani che sono a guardia del poco soprastante improvvisato ovile, lo superiamo passando sotto di esso e lasciandoci sulla destra un capanno in lamiera. A un successivo bivio saliamo a sinistra e poi, tenendoci ancora a sinistra, tra bassi arbusti guadagniamo la cresta. Da qui voltandoci alle spalle intuiamo la cima del Pendolo (chi volesse può raggiungerla in pochi minuti) si prosegue invece a destra passando accanto ai ruderi di una costruzione che si lascia sulla sinistra di qui velocemente e per elementare sentiero (bellissimi accumuli di fossili: rudiste) si raggiunge la croce.
Il panorama, nonostante l'infinita colata di cemento costituita dalle città che si susseguono senza soluzione di continuità da Napoli a Castellammare di Stabia, è splendido e invita ad una sosta contemplativa. La bellezza e la particolarità della visuale è dovuta anche alla posizione isolata del monte che consente una visione a 360 gradi dei dintorni e alla non eccessiva altezza che permette di leggere i più piccoli dettagli del territorio.
Da questo punto. le possibilità di discesa sono molteplici (come molteplici erano le possiiblità di salita) e qualche alternativa verrà forse indicata in successivi itinerari. In questo caso si seguirà quella che conduce alla frazione Privati di Castellammare di Stabia e che, in parte, ricalca una delle antiche vie di accesso al monte. (Chi avesse bisogno di una discesa facile e veloce può seguire la cresta del monte fino a raggiungere in circa 15 minuti una strada asfaltata che, seguita in discesa, porta alla piazza centrale di Pimonte dove è la fermata dei bus SITA).
Ci si dirige verso nord ovest, in pratica come se si puntasse Castellammare, tenendosi a sinistra la staccionata dell'agriturismo dove sono ospitati alcuni cavalli. Si supera, lasciandola sempre a sinistra, una capanna dall'equilibrio quantomeno precario